La Trota Fario
La Trota Fario è fra le specie più diffuse nell'intera Europa e nella stessa Italia.
A livello morfologico questo pesce presenta un corpo slanciato con i lati compressi ed una testa piuttosto robusta; la bocca è piuttosto grande e la dentizione ricca, la sua mandibola è di poco più lunga della mascella ed è quest'ultima che insieme alla forma della testa distingue gli esemplari maschi dalle femmine.
La mandibola del maschio presenta la tipica forma ad uncino maggiormente pronunciata con l'avanzare dell'età; nella femmina la mandibola non presenta questa caratteristica e la testa appare più tozza. Il dorso della Trota Fario come quello di tutti i salmonidi presenta due pinne la prima più lunga e sottile al centro del corpo, la seconda più breve ma spessa a precedere il peduncolo caudale.
Il ventre presenta due pinne pettorali, due pinne ventrali ed una pinna anale; osservando gli esemplari di allevamnto rispetto alle fario indigene è possibile constatare la diversa ampiezza delle pinne pettorali, solo accennate nelle trote di allevamento mentre particolarmente sviluppate quasi a formare un ventaglio negli esemplari indigeni.
Lo coda della fario è ampia dal margine praticamente diritto.
Per quanto attiene alla livrea della Fario è bene precisare che i diversi habitat nei quali i pesci vivono e il fenomeni di ibridazione giocano un ruolo fondamentale nel determinare la colorazione che questo pesce può presentare; in linea di massima si hanno un buon numero di esemplari che presentano una colorazione verde scura quasi marrone con la zona ventrale più chiara quasi prossima al giallo; la testa, la livrea e le pinne sono interamente ricoperte di puntini ma presentano caratteristiche nettamente distinte fra il ceppo mediterraneo e il ceppo atlantico.
Nel primo caso infatti la fario presenta una punteggiatura piccola rossa e priva di aloni con una estesa macchia di colore nero nella zona branchiale e quelle che in gergo sono definite le "macchie Parr" ovvero striature dai bordi sfumati che formano una tigratura caratterizzata dall'alternanza di zone chiare e scure. Nel ceppo atlantico invece le fario sono caratterizzate da grandi ma esigui punti rossi bordati di bianco per lo più distribuiti nella zona latarale del corpo.
L'ambiente d'elezione della Trota Fario è il torrente in quota con acque ben ossigenate, sebbene l'adattabilità di questo pesce ha consentito una sua diffusione anche in zone di altitudine inferiore e con un basso ma presente livello di inquinamento.
La Fario si nutre di pesci di piccole dimensioni nonchè delle larve e degli insetti che popolano le sponde dei corsi d'acqua. Il periodo riproduttivo per questo pesce viene di norma indicato a partire dalla fine di ottobre fino al principio del mese di gennaio, sebbene le condizioni ambientali possano comportare anche in questo caso dei cambiamenti.
Ambita dai pescatori, per la pesca dellaTrota Fario vengono ugualmnte impiegate le esche artificali come le esche naturali. Coloro che utilizzano le esche naturali di norma ricorrono alla cosidetta pesca al tocco; con canne molto lunghe dai cimini sensibili si possono innescare camole, vermi oppure insetti mantenedo il filo nella mano per percepire con immediatezza quando il pesce abbocca.
Per chi invece predilige le esche artificiali le tecniche principalmente usate sono lo spinning, con l'impiego di cucchiaini rotanti, ondulanti o minow e la pesca a mosca, con le riproduzioni di mosche; in entrambi i casi le esche possono riprodurre degli insetti veri oppure essere oggetti di fantasia purchè riescano a stimolare l'istinto predatorio della Fario. Le carni della trota Fario, non ci riferiamo agli esemplari d'allevamento, sono fra le più prelibate fra quelle dei pesci d'acqua dolce ma è molto difficile, quasi impossibile trovarle nelle pescherie.